L’inquadramento assegnato dall’Inail agli enti Uneba, non tiene conto del carattere prevalentemente sanitario della loro attività e penalizza gli enti che hanno affrontato la depubblicizzazione: l’aliquota Inail passa così dal 14 al 24 per mille con aumenti di migliaia di euro nei premi pagati dagli enti Uneba per l’assicurazione sociale contro gli infortuni sul lavoro.
Uneba presenta la sua protesta e segnala il disagio degli enti.
Enrico Volpi, presidente di Uneba Mantova, ed Alessandro Palladini, vicepresidente dell’Osservatorio del lavoro Uneba, hanno incontrato la parlamentare Giovanna Martelli (Pd), perché porti il caso all’attenzione della Commissione Lavoro, di cui fa parte, per arrivare ad un atto di indirizzo sull’interpretazione della normativa.
Nell’approfondimento che mettiamo a disposizione nella parte riservata, Uneba evidenza che l’Inail porta avanti un orientamento interpretativo per cui l’attività svolta dai nostri enti sarebbe meramente assistenziale, malgrado la forte componente sanitaria delle attività rivolte ad anziani non autosufficienti e a disabili gravi così come prevista dalle rispettive norme autorizzative al funzionamento e di accreditamento regionali.
Il mutamento di tariffa dal 14 al 24 per mille, inoltre, è dipeso in molti casi dalla depubblicizzazione, quando cioè ex ipab si sono trasformate in enti privati.
Uneba considera opportuno anzitutto un intervento “per equiparare gli enti del terzo settore operanti nell’ambito socio-sanitario al favor che il legislatore ha da sempre riservato alle realtà pubbliche”.
Inoltre, se si considerasse come prevalentemente sanitaria l’attività degli enti Uneba (non a caso molti sono classificati come residenze sanitarie assistenziali), le tariffe dovrebbero scendere al 13 per mille.
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