Uneba e i sindacati firmatari del contratto Uneba (FP CGIL, FP CISL, FISASCAT CISL, UIL- FPL, UIL- TUCS) chiedono unitariamente che le risorse assicurate per il settore sanitario vengano rese fruibili ed agibili anche per il settore socio-sanitario e socio-assistenziale in un grande piano di sostegno e rilancio del settore anche quando l’emergenza sarà terminata, e e pertanto che venga considerato, come in effetti considerano, il settore socio-sanitario assimilato al settore sanitario, per la continuità dei servizi con la conseguente estensione e applicabilità di tutte le norme e provvedimenti in materia di risorse prevenzione e sicurezza già previsti per il sistema sanitario pubblico, privato ivi comprese tutele e permessi uguali per tutti i lavoratori.
Questo il cuore dell‘”Avviso comune a sostegno dei Lavoratori/Lavoratrici e degli Enti operanti nell’ambito dell’Uneba danneggiati dall’epidemia Covid-19″ diffuso il 30 marzo 2020.
Uneba e sindacati ribadiscono che “le strutture pubbliche deputate, in primis la Protezione Civile, devono mettere in condizione gli Enti Uneba di dotare lavoratrici e lavoratori dei corretti dispositivi di protezione individuale“.
Uneba e sindacati si impegnano “a fornire agli Enti ed alle lavoratrici e ai lavoratori di Uneba ogni assistenza utile a stipulare accordi al fine di permettere l‘accesso agli ammortizzatori sociali e comunque ad ogni altra forma di sostegno al reddito al fine di salvaguardare l’occupazione nei servizi oggetto di sospensione o riduzione” e a trovare “accordi al fine di rendere agibili, nel rispetto del D.L. n. 18 del 17 marzo 2020 e del CCNL UNEBA, tutte quelle forme di flessibilità lavorativa che permettano il mantenimento dell’erogazione dei servizi alle Persone assistite“.
Come ricorda l’Avviso, gli enti associati a Uneba sono più di 1000 e erogano servizi essenziali a più di 150.000 persone in condizione di fragilità. Occupano 50.000 lavoratrici e lavoratori, garantendo il welfare italiano.
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